IL SITO DELLA PROVINCIA DI NOVARA

Approvati tutti i referendum Idv: la parola torna ai cittadini

12.12.2010 14:36

DAL BLOG DELL'ITALIA DEI VALORI - 10 dicembre 2010

Le firme ci sono e sono ben più di quelle necessarie: quasi due milioni. La Corte di Cassazione ha ammesso i tre referendum promossi, nel maggio scorso, dall’Italia dei Valori. Grazie ai primi due quesiti, di qui a pochi mesi i cittadini potranno decidere su due nodi che riguardano direttamente la loro vita: il ritorno al nucleare e la privatizzazione dell’acqua.
Inoltre, se la Corte Costituzionale, in gennaio, giudicherà costituzionale la legge sul legittimo impedimento che Berlusconi ha fatto varare solo per mettersi al riparo dai processi e dalle sentenze che lo aspettano, saranno gli stessi cittadini ad avere finalmente l’ultima parola su una legge che tutela un uomo solo, Silvio Berlusconi, ma che tira in ballo la dignità dell’intero Paese e dalla cui cancellazione dipende la sopravvivenza di un principio fondamentale della civiltà, ovvero l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Il ritorno al nucleare sarebbe una iattura non compensata da nessun elemento positivo. Non è affatto vero che il nucleare sia ormai sicuro e che Chenobyl appartenga alla preistoria. In Francia gli incidenti si contano a decine e nessuno sa cosa fare delle micidiali scorie nucleari. Passare all’energia nucleare significherebbe ritrovarsi domani con i problemi che oggi pone lo stoccaggio dei rifiuti, moltiplicati per mille in quantità e pericolosità. Anche perché i cittadini non avrebbero alcuna voce in capitolo sulla collocazione delle centrali. Le deciderà il governo e dovranno accettare quel che ordina il padrone.
Non è vero che, in compenso, le bollette verranno abbassate. Al contrario: dal momento che sarà necessario un massiccio finanziamento pubblico a supporto dei privati, le bollette finiranno per diventare più care.
Anche la promessa di rendere l’Italia energeticamente autosufficiente grazie alle centrali nucleari è una balla. Le centrali previste coprirebbero solo l’8% del fabbisogno, dunque continueremmo a essere dipendenti dalle forniture di altri Paesi. In più, le centrali per funzionare hanno bisogno dell’uranio che in Italia non c’è. Dunque dovremmo importare anche quello: altro che autosufficienza.
Il progetto di privatizzazione dell’acqua, infine, è osceno e inaccettabile, tanto sul piano etico e dei valori quanto su quello della vita quotidiana degli italiani. L’acqua è il primo bene comune. La sola idea di trasformarla in fonte di profitto per i privati è scandalosa, o dovrebbe esserlo. Basti pensare che con la privatizzazione intere zone del Paese potrebbero restare a corto d’acqua se rifornirle dovesse apparire diseconomico alle aziende o che un ritardo nel pagamento della bolletta potrebbe lasciare alcune famiglie senz’acqua per giorni e settimane.
Anche in questo caso la promessa di vantaggi per i cittadini è una bugia. Le tariffe, come prova il caso della Toscana dove la privatizzazione dell’acqua già c’è, sarebbero più alte e non più basse. Quelle della Toscana sono le più alte d’Italia.
In un’Italia dove i cittadini contano e decidono sempre meno, e sempre più vengono espropriati della sostanza della democrazia, poter tornare a decidere su questioni di vitale importanza per tutti è un raggio di luce nell’oscurità che ci circonda.

 

La Redazione

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