Dal processo “breve” al processo “lungo” - Maria Lucia Infantino

Il 29 luglio scorso, il Governo, invece di occuparsi della grave crisi economica in corso, e paradossalmente mentre la Camera si accingeva ad esaminare le norme sul processo “breve” (finalizzate ad ridurre i tempi della prescrizione), ha posto la fiducia in Senato (per la 48esima volta in questa legislatura) sul disegno di legge detto “processo lungo”. La novella è stata approvata con 160 voti a favore e 139 contrari dei senatori dell’Idv, Pd, Udc, Mpa, Api e Fli. Il testo dovrà essere esaminato dalla Camera dei Deputati.

Il processo lungo è stato concepito dal senatore pdl Franco Mugnai come emendamento al disegno di legge sulla “inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo”.

Di seguito le novità maggiormente rilevanti: le parti processuali potranno chiedere l’esame di un numero illimitato di testimoni nonchè l’acquisizione di ogni altro mezzo di prova e il Tribunale non potrà opporsi a meno che non si tratti di prove ritenute manifestamente non pertinenti o vietate dalla legge; verrà eliminata la possibilità per il Tribunale di escludere l’ammissione di prove manifestamente superflue e irrilevanti; l’imputato, tramite il proprio difensore, potrà interrogare durante il dibattimento un testimone che rende dichiarazioni a suo carico; non potranno essere utilizzate come prove fatti accertati con sentenza definitiva pronunciata in altro procedimento.

Evidente l’obiettivo della legge: allungare a dismisura i tempi di svolgimento del processo in modo da raggiungere la prescrizione. Si tratta chiaramente dell’ennesima legge ad personam per salvare l’imputato Berlusconi dal processo Ruby e da quello per la corruzione dell’avvocato Mills.

Maria Lucia Infantino avvocato e coordinatore provinciale IDV