DDL anticorruzione

DDL ANTICORRUZIONE

Nel 2009, rispetto al 2008, sono aumentate del 229% le denunce per i reati di corruzione e del 153% le denunce per concussione. Inoltre, sempre più frequentemente politici, la maggior parte dei quali appartenenti al centro –destra, sono coinvolti in tali gravi illeciti.

A fronte dell’indignazione dei cittadini, chiamati tra breve al voto, il Governo “si è visto costretto” ad iniziative moralizzatrici. E l’1 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge anti-corruzione. La proposta di legge consta di tre capitoli:

1. piano nazionale anticorruzione. Ogni amministrazione centrale dovrà indicare il grado di rischio corruzione dei propri uffici, le misure per fronteggiare e prevenire il fenomeno, le procedure di selezione e formazione dei dipendenti. Una “rete nazionale” valuterà l’idoneità degli strumenti adottati. Inoltre, saranno stabiliti nuovi obblighi di trasparenza per gare e appalti;

2. controlli sugli enti locali in punto funzionalità e spesa;

3. sanzioni. E’ prevista l’incandidabilità a qualsiasi carica, nazionale o locale, del Presidente della regione espulso per atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge.

Inoltre, chi ha subito una condanna passata in giudicato ad almeno 5 anni di detenzione per reati contro la pubblica amministrazioni sarà ineleggibile alla carica di parlamentare.

E’ ampliato il novero delle sentenze definitive di condanna ostative alla candidatura alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali e alla assunzione di importanti cariche negli enti locali. Si prevede anche un aumento delle pene dei reati contro la pubblica amministrazione.

Alcune brevi riflessioni si rendono necessarie. Il Governo Berlusconi, sostituendosi al Parlamento, ha varato un numero consistente di decreti legge, mentre per la corruzione “si limita” a una proposta che, prima di diventare legge, sempre se lo diventerà, dovrà affrontare un lungo iter e certamente consistenti modifiche. Gli aggravamenti di pena non dovrebbero incidere sui termini prescrizionali e, comunque, comportare il superamento dei 10 anni di reclusione con la conseguenza che, se sarà approvata la norma sul processo breve, tali illeciti quasi certamente si prescriveranno. Inoltre, la legge sulle intercettazioni ostacolerà lo svolgimento delle indagini e, quindi, l’apertura di procedimenti penali. E allora il ddl anti-corruzzione è solo uno spot elettorale?

Maria Lucia Infantino, avvocato e referente territoriale Italia dei valori